In questo articolo vedremo che cos’è la tecnologia consent mode v2, perchè è fondamentale per fare attività pubblicitaria con Google Ads e come implementarla correttamente.
Indice dei contenuti
Parte tutto dal DMA
Il DMA (Digital Marketing Act) è una normativa che verrà introdotta dalla Commissione Europea (CE) entro Marzo 2024 e che ha l’obiettivo di:
- regolamentare il trattamento dei dati degli utenti online a livello di privacy
- garantire che le principali aziende digitali operino in un regime di concorrenza leale
I mercati digitali infatti sono dominati da poche piattaforme che gestiscono una grande mole di dati privati e che quindi hanno anche un ruolo di grande responsabilità in questo senso.
Queste aziende, denominate dalla CE “gatekeeper“, sono:
- Alphabet ( Google e Android)
- Amazon
- Apple
- ByteDance ( TikTok)
- Meta (Facebook, Instagram e WhatsApp)
- Microsoft ( LinkedIn)
Nello specifico la normativa interessa alcuni dei servizi offerti dalle suddette aziende, tra cui anche il nostro Google Ads.
Gli effetti del DMA su Google Ads
Che ruolo ha quindi Google Ads nel trattamento dati degli utenti?
Cerchiamo di spiegarlo in modo semplice e pratico.
Ogni volta che un utente clicca su un annuncio pubblicitario ed atterrà quindi su una pagina web, si trova davanti al famoso banner sull’utilizzo dei cookies (obbligatorio per legge) che potrà accettare o rifiutare.
Cliccando su accetta, acconsente all’ utilizzo dei cookies di terze parti e quindi Google Ads può procedere ad installare i vari tag nel browser dell’utente per registrare informazioni di vario tipo come dati demografici e di comportamento.
Cliccando su rifiuta (o chiudendo il banner) l’utente non acconsente al loro utilizzo e quindi i tag vengono bloccati impendendo di registrare informazioni.
Questa dinamica ha effetto quindi sul tracciamento delle conversioni, che è fondamentale ai fini delle performance.
In altre parole, se Google Ads non riesce a ricevere informazioni sugli utenti che effettuano conversioni sul sito, non capisce chi è il target e quindi non può ottimizzare le campagne in modo efficiente nel tempo.
Che cos’ è la Consent Mode v2
Ed è qui che entra in gioco la Consent Mode v2, una tecnologia che permette a Google Ads di “modellare” le conversioni anche nel caso in cui gli utenti rifiutino il consenso.
Grazie a questa tecnologia è possibile infatti recuperare fino al 65% delle conversioni che altrimenti sarebbero state perse.
Facciamo un esempio.
Ipotizziamo di avere ottenuto 100 conversioni effettive sul nostro sito web da 100 diversi utenti.
60 di questi hanno dato il consenso e quindi le loro conversioni vengono registrate tutte.
40 invece non hanno dato il consenso.
Senza Consent Mode, Google Ads avrebbe registrato quindi solo le prime 60.
Con la Consent Mode Google Ads riesce a recuperare 25 di quelle 40 che altrimenti sarebbero state perse.
Risultato
- senza consent mode: 60/100 conversioni registrate
- con consent mode: 85/100 conversioni registrate
Entro quando andrebbe implementata?
In vista dell’applicazione del DMA, Google renderà obbligatorio per tutti gli inserzionisti implementare questa tecnologia correttamente entro il mese di marzo 2024.
Cosa succede se non viene implementata?
Che, di fatto, le campagne potranno comunque restare attive ma i dati sulle conversioni verranno in parte persi causando un progressivo calo delle performance.
In altre parole, a parità di budget si otterranno sempre meno conversioni.
Per cui il consiglio è quello di implementare questa tecnologia entro i tempi previsti.
Come implementarla?
Dunque, è possibile operare in due modi:
1. tramite HTML “custom”
utilizzando banner dei cookie sviluppati ad hoc, si va a gestire il tutto tramite codici html seguendo le istruzioni riportare nella guida ufficiale.
Questa è la soluzione tecnicamente più difficoltosa, perchè richiede di avere in azienda un team di sviluppo competente o di affidarsi ad agenzie esterne specializzate con costi spesso tutt’altro che economici.
2. Tramite CMP (consigliato)
Le CMP (Consent Management Platform) sono software per la gestione dei consensi come CookieBot o Iubenda che permettono di implementare banner conformi al GDPR senza quindi dover passare per soluzioni custom.
Alcune di queste hanno ricevuto la partnership ufficiale da Google per gestire la consent mode v2 e permettere agli utenti di implementarla facilmente nei siti web anche grazie all’utilizzo di Google Tag Manager.
Vien da se che questa sia la soluzione più semplice e funzionale per la maggior parte dei business, in quanto è sufficiente prendere in abbonamento uno di questi software e seguire le istruzioni fornite.
Come abilitarla al lato pratico
Personalmente, nei mesi di gennaio e febbraio ho seguito diversi corsi sull’argomento ed ho già svolto alcuni test per verificare il corretto funzionamento della tecnologia implementata tramite CMP.
Il mio consiglio è di procedere come segue:
1. Se ancora non la si ha, dotarsi di una CMP in abbonamento. Io consiglio Iubenda.
2. Per chi ancora non l’avesse, attivare un account Google Tag Manager ed importare al suo interno tutte le conversioni Google Ads attive nelle campagne in essere.
3. Implementare la consent mode v2 in Google Tag Manager utilizzando il template ufficiale di Iubenda.
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