Se hai un’attività locale potresti ottenere ottimi risultati dalle campagne Google Ads su rete di ricerca, per tre motivi principali.

1. Traffico qualificato

Come già detto in altri articoli, su Google possiamo intercettare persone che stanno cercando attivamente determinati prodotti/servizi e che quindi sono molto vicine ad una decisione d’acquisto.


2. Volumi di ricerca

Anche in città di modeste dimensioni, ci sono moltissime persone che usano Google per cercare attività locali come parrucchieri, centri estetici e negozi in genere.

Un esempio classico è quello dei ristoranti.

Nell’immagine che segue ho analizzato le tre parole chiave:

ristorante carne padova
ristorante carne vicenza
ristorante carne verona

Come vedi, ciascuna di esse viene cercata centinaia, se non migliaia di volte al mese.

Alti volumi di ricerca corrispondono ad un elevato interesse e quindi ad ottime opportunità di acquisire nuovi clienti.


3. bassa concorrenza

Per qualche strano motivo, ancora oggi pochissime attività locali presidiano la rete di ricerca con campagne ben strutturate.

Questo si traduce in una bassa concorrenza e quindi in bassi costi per click (cpc).

In effetti, le tre ricerche di prima hanno dei cpc stimati che vanno da 0,17 a 1,48 euro/click.

Ma come si progetta una campagna Google ads per un’attività locale?

 

Strategia Google Ads per attività locali

Per avere buone probabilità di successo, bisogna passare attraverso le seguenti fasi.

1. analisi delle parole chiave
2. analisi della concorrenza
3. creazione landing page
4. setup sistema di tracciamento
5. setup account e campagna Google Ads
6. monitoraggio ed ottimizzazione

Andiamole a vedere una per una, con esempi pratici calati appunto sulle realtà locali.


Analisi delle parole chiave

Questo è il punto di partenza di qualsiasi campagna.

La scelta delle parole chiave determinerà la qualità del traffico che acquisiremo e quindi, se tutto è impostato correttamente, anche il tasso di conversione.

Per eseguire l’analisi possiamo avvalerci del keyword planner o di uno strumento di terze parti come Semrush.

Ti consiglio di partire considerando le seguenti categorie di parola chiave:

  • tipo di attività: ad esempio “centro estetico”
  • tipo di servizio: ad esempio”ceretta” o “pulizia del viso”

Entrambe possono essere accompagnate da un suffisso che indica la città, diventando quindi:

“centro estetico milano”
“ceretta a milano”
etc.

Utilizza il suffisso quando vedi volumi di ricerca sufficienti.

Se dall’analisi risulta che le persone cercano più “centro estetico” che “centro estetico milano”, allora utilizza la prima ricordandoti di restringere la zona geografica al comune o alla provincia.

Inoltre, ti suggerisco di dare maggiore priorità alle parole inerenti al servizio: sono più specifiche e ti danno la possibilità di creare una comunicazione più mirata nella landing page.

Se invece punti a chi cerca il tipo di attività, dovrai sviluppare una landing page che espone tutti i servizi offerti, perchè a priori non sai a quale di questi l’utente possa essere interessato

Quindi “ceretta milano” può avere potenzialmente un tasso di conversione maggiore di “centro estetico milano”


Analisi della concorrenza

Gli strumenti con i quali eseguiamo l’analisi delle parole chiave, ci permettono anche di vedere il costo per click (cpc) stimato di ogni parola.

Questo ci può dare un’ idea del livello di concorrenza: quando i cpc sono elevati significa che i concorrenti stanno investendo molto per presidiare quella parola.

Come facciamo a sapere se la concorrenza è troppo elevata per noi?

Qui entriamo nell’ambito dell’analisi economica di una campagna, che richiederebbe una trattazione a parte.

Se vuoi saperne di più, ne parlo in questo articolo, nella sezione “L’ economia di una campagna pubblicitaria”.

Rimanendo invece sull’analisi della concorrenza, un’attività che ti consiglio di fare è quella di cercare su Google le parole che hai selezionato per vedere quali aziende hanno annunci attivi.

Cliccando sugli annunci potrai studiare le loro landing page e trovare spunti utili per creare la tua comunicazione.

Attenzione, non ti sto dicendo di copiare.

Quest’attività ti serve più che altro per capire come differenziarti, mettendo in luce caratteristiche/benefici del tuo prodotto che i competitor non hanno.


Creazione landing page

Ora che hai raccolto tutte le informazioni, puoi iniziare a scrivere il contenuto della tua landing.

Parti cercando di entrare nel dialogo mentale del visitatore. Prova a rispondere a queste domande:

  • quali informazioni si aspetta di trovare l’utente nella pagina?
  • quali carattertistiche/benefici potrebbero interessargli?
  • perchè dovrebbe scegliere proprio me e non la concorrenza?
  • utilizzare foto o video è importante per il mio settore?

Ricorda inoltre di seguire tutte le regole fondamentali per strutturare una landing page che converte.

Ne parlo in modo più approfondito qui .


Setup sistema di tracciamento

Un sistema di tracciamento delle conversioni ti consente di misurare le azioni che gli utenti compiono sulla tua landing. Queste azioni possono includere, ad esempio:

  • Acquisti su un sito e-commerce
  • Compilazione di un modulo di contatto
  • Download di un’app
  • Iscrizioni a una newsletter
  • Chiamate telefoniche generate dagli annunci

In pratica, tramite questo sistema, possiamo comunicare a Google Ads ogni qual volta un utente compie un’azione interessante per noi.

In questo modo l’algoritmo capisce chi sono gli utenti che potrebbero convertire e quindi è in grado di migliorare le performance della campagna nel tempo.

Come si implementa questo sistema?

1. In Google Ads si definisce l’azione che si vuole tracciare (es. acquisto, iscrizione, chiamata).

2. Viene forinto un codice (chiamato tag di conversione)

3. Questo tag va installato sulla pagina di destinazione della conversione (es. pagina di ringraziamento dopo un acquisto).

Utilizzando Google Tag Manager possiamo gestire i vari tag in modo semplice, senza dover continuamente mettere mano al codice sorgente del sito.

Se vuoi sapere che cos’è Google Tag Manager ti lascio questa guida.


Setup campagna Google Ads

Paradossalmente il setup della campagna vera e propria è una delle fasi finali del processo.

Per crearla ti basterà accedere al pannello e seguire la procedura guidata.

Ecco alcuni consigli per un corretto settaggio.

Strategia d’offerta

Come strategia d’offerta, puoi selezionare l’ottimizzazione per conversioni, ma senza impostare un costo per azione target.

Questo farà lavorare l’algoritmo nell’ottica di farti ottenere più conversioni possibili nei limiti del budget.

Il costo per azione target permetterebbe di dire a Google quanto vuoi spendere al massimo per una conversione, ma senza uno storico di dati sufficienti questo limiterebbe la campagna ed i risultati.

Ti consiglio quindi di attivare questa opzione più avanti.


Reti

Disattiva i partner di ricerca e la rete display, per assicurarti che la campagna intercetti solo traffico di qualità (quello di Google).

Spesso infatti dai partner e dalla rete display arriva traffico di bassa qualità, che potrebbe farti sprecare budget prezioso soprattutto all’inizio.


Parole chiave

per quanto riguarda le parole chiave, puoi scegliere tra corrispondenza generica, a frase o esatta.

Se vuoi sapere come funzionano le corrispondenze, vai qui.

Se la parola chiave è composta da almeno 3 termini e l’intento è molto preciso, allora puoi provare a partire con frase o esatta.

Questo però potrebbe alzare di molto il cpc. In questo caso potrai scegliere di passare alla corrispondenza generica.

Quest’ultima è quella consigliata da Google perchè permette all’algoritmo di utilizzare tutti i segnali disponibili.

Per contro, è meno precisa e spesso può far comparire il tuo annuncio per termini di ricerca molto diversi dalle parole chiave che hai inserito.

Per cui, se decidi di utilizzarla, cerca di fare una buona pulizia escludendo i termini non pertinenti.


Annunci

All’interno dei titoli inserisci le parole chiave che hai utilizzato, per migliorare la pertinenza ed aumentare il quality score dell’annuncio.

Puoi anche “pinnare” in prima posizione i titoli che contengono le parole chiave (io uso spesso questo metodo).

Inoltre ti consiglio di utilizzare tutti gli asset disponibili:

  • logo
  • nome attività
  • immagini
  • sitelink
  • callout
  • snippet strutturati

Gli asset aiutano ad aumentare lo spazio occupato dall’annuncio in SERP e quindi migliorarne la visibilità ed il quality score.


Monitoraggio ed ottimizzazione

Tieni presente che ogni nuova campagna ha una fase di apprendimento che va da 5 a 7 giorni, a seconda della strategia d’offerta.

Durante questo periodo Google cerca di capire a chi mostrare il tuo annuncio, pertanto potresti ricevere pochi clic e non spendere tutto budget giornaliero assegnato.

Al termine di questa fase, la campagna dovrebbe iniziare a generare clic con regolarità.

A meno di problematiche gravi, il mio consiglio è di lasciar girare la campagna per 10 o 15 giorni senza apportare modifiche significative, per permetterle di accumulare i primi dati.

Ogni 3 o 4 giorni controlla il rapporto sui termini di ricerca ed inizia ad escludere eventuali termini fuori target.

La campagna dovrebbe già portare qualche conversione entro i primi 15 giorni, ma può anche essere che ci metta più tempo.

In ogni caso, se dopo due settimane ci sono proprio zero conversioni allora è molto probabile che ci sia qualche errore a livello tecnico o strategico.


Conclusione

Se hai letto tutto l’articolo fin qui, ti faccio i miei complimenti.

Come vedi impostare correttamente una campagna implica parecchio lavoro e competenza.

Inoltre, il risultato non è mai assicurato ma dipende sempre dalla risposta del mercato.

Se però tutto funziona correttamente, avrai un sistema che ti permetterà di acquisire nuovi potenziali clienti in modo costante.

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